Chi giorno dopo giorno vive la realtà di un’impresa di famiglia, sa quanto i collaboratori giochino un ruolo centrale nel successo di ogni azienda e come le priorità di ognuno nella vita privata e sul posto di lavoro possano essere anche molto diverse a seconda di molti fattori. Per esempio, tra le nuove generazioni sono sempre meno le persone che scelgono di lavorare a tempo pieno e sempre di più coloro che cercano nel datore di lavoro un partner per conciliare le necessità familiari e quelle professionali.
In questo contesto, in cui si mette sempre più l’accento sulla conciliabilità vita-lavoro, sarebbe incoerente opporsi a una riforma LLP che per la prima volta andrebbe a considerare le necessità di chi lavora a tempo parziale e/o svolge due o tre lavori diversi. Pensiamo alle coppie in cui entrambi decidono di lavorare a percentuali ridotte, magari per poter dedicare più tempo ai figli. Pensiamo alle mamme che dopo il periodo di maternità tornano sul mercato del lavoro, magari però al 50%-70% durante i primi anni di vita dei bambini. Solo con un «sì» alla riforma, queste persone smetterebbero di essere svantaggiate. Infatti, fino ad oggi per poter contribuire all’accumulo del proprio capitale previdenziale e dunque percepire una rendita una volta terminata l’attività lavorativa – occorre disporre di un salario annuo tendenzialmente alto. Allo stato attuale, numerose lavoratrici e diversi lavoratori non sono in condizione di poter risparmiare con il secondo pilastro in vista del loro pensionamento e non beneficiano del contributo pagato dal datore di lavoro durante gli anni di attività.
Durante la pensione, quindi, rimangono solo con il contributo AVS ed eventuali risparmi privati o prestazioni complementari.
Dopo 40 anni e un nuovo contesto del mondo del lavoro, è il momento di aggiornare la previdenza professionale (LPP) per permettere ad ogni persona in pensione di beneficiare del ruolo attivo avuto nel mondo del lavoro, ognuno secondo la propria percentuale lavorata. Di questo sono convinti anche il Consiglio federale, il Parlamento e numerose associazioni. La riforma permetterà anche alle persone con salari più bassi di essere assoggettate alla LPP, garantendo così rendite migliori a quasi 360.000 collaboratori in Svizzera (3/4 dei quali donne!) e permettendo a 100.000 nuovi redditi di essere assicurati ad una cassa pensione.
Con un «sì» alla revisione LPP il prossimo 22 settembre rafforziamo il nostro sistema previdenziale.
Martino Piccioli, presidente AIF Ticino