Si è svolta ieri, martedì 6 maggio, presso il Grand Hotel Villa Castagnola di Lugano, la decima Assemblea Generale dell’Associazione delle Imprese Familiari del Ticino (AIF Ticino), un appuntamento particolarmente significativo che ha messo al centro il ruolo delle imprese familiari in una fase storica caratterizzata da forti instabilità economiche, geopolitiche e sociali.
Da 10 anni dalla parte delle imprese di famiglia
Nel suo discorso introduttivo, il presidente Martino Piccioli ha ripercorso i dieci anni di attività dell’associazione – che nel frattempo conta oltre 90 imprese associate, condotte almeno in seconda generazione – ricordando le ragioni alla base della sua nascita: difendere e valorizzare un modello imprenditoriale che, oltre a generare valore economico, trasmette visione, identità e radicamento territoriale. Piccioli ha sottolineato come, in questo decennio, AIF abbia saputo portare all’attenzione delle istituzioni temi centrali come la continuità aziendale, la fiscalità e il passaggio generazionale, contribuendo a migliorare il quadro normativo e a sensibilizzare l’opinione pubblica. Il riferimento alla riforma fiscale cantonale dell’anno scorso, di cui AIF è stata promotrice e sostenitrice attiva, è stato accolto con particolare favore.
Tempi incerti all’orizzonte
Tuttavia, il presidente ha anche messo in guardia rispetto a nuovi rischi, come l’“Iniziativa per il futuro” promossa dai Giovani Socialisti (GISO), che potrebbe minare le basi stesse della trasmissione generazionale all’interno delle imprese. In un’epoca in cui la resilienza dovrebbe essere premiata, misure di questo tipo rischiano invece di scoraggiare l’impegno imprenditoriale a lungo termine. Questo tema è stato ripreso approfondito anche da Fabio Regazzi, Consigliere agli Stati e vicepresidente di AIF Ticino, che ha sottolineato la necessità di proteggere le imprese familiari dalle penalizzazioni fiscali che rischiano di compromettere la continuità imprenditoriale. Le aliquote di successione elevate, specie nei casi di trasmissione al di fuori del nucleo familiare diretto, rappresentano ancora oggi un ostacolo significativo che necessita di riforme mirate.
Presto pubblicato l’Osservatorio SUPSI-AIF
Durante la serata è stato presentato in anteprima uno studio approfondito curato dall’Osservatorio SUPSI-AIF, illustrato dal professor Carmine Garzia, docente USI e SUPSI e direttore scientifico del progetto. Lo studio evidenzia come in Ticino siano attive oltre 8.400 imprese familiari, che generano un volume d’affari prossimo ai 19 miliardi di franchi e impiegano oltre 83’000 collaboratori. Le aziende familiari rappresentano quindi una componente strutturale dell’economia cantonale. Lo studio, che sarà pubblicato nelle prossime settimane, ha anche evidenziato una forte propensione all’innovazione e alla sostenibilità, con investimenti significativi sia in ambito tecnologico che nella gestione responsabile delle risorse. Un dato importante riguarda l’impegno nella transizione digitale e nei processi di governance: molte aziende si stanno attrezzando per gestire con metodo ed efficacia i momenti più delicati della vita d’impresa, come la successione generazionale.
La resilienza delle imprese di famiglia in tempi incerti
Ospite d’eccezione della serata è stata Cristina Bombassei, presidente di AIDAF (Associazione Italiana delle Aziende Familiari) e rappresentante della terza generazione di imprenditori alla guida del gruppo industriale Brembo S.p.A., leader mondiale nei sistemi frenanti ad alte prestazioni. Bombassei, intervistata dal Direttore di Teleticino Sacha Dalcol, ha condiviso con il pubblico la propria esperienza personale e professionale, evidenziando quanto il modello di impresa familiare possa rappresentare una risposta credibile e solida in tempi incerti.
Nel suo intervento, Bombassei ha sottolineato che le aziende familiari possiedono caratteristiche che le rendono particolarmente resilienti: la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti, l’attenzione verso una governance partecipativa e inclusiva, la propensione alla sostenibilità e alla pianificazione intergenerazionale. Ha raccontato come in Brembo questi valori siano stati alla base di una crescita internazionale che non ha mai perso il legame con le radici, con una cultura aziendale basata sulla trasparenza, la responsabilità e il rispetto per il territorio. In qualità di Chief Legacy Officer del gruppo, Bombassei si occupa oggi di custodire e tramandare proprio quei valori che hanno reso grande l’impresa familiare fondata dal padre, convinta che il successo duraturo non possa prescindere dalla coerenza identitaria.









































