Nel 2013 sono venuta in Svizzera con l’intento di aprire un’unità produttiva della mia azienda. Qualche anno dopo, convinta che la prossimità ed il coinvolgimento nelle dinamiche del territorio in cui si opera sono elementi fondamentali per dirigere con successo un’attività imprenditoriale, ho deciso di trasferirvi pure il mio domicilio e di impegnarmi in seno a varie associazioni economiche locali. In Svizzera ho infatti trovato le condizioni ideali per fare impresa: poca burocrazia e procedure snelle, stabilità politica, istituzioni affidabili, infrastrutture efficienti, certezza del diritto, sicurezza degli investimenti e un mercato del lavoro flessibile e competitivo. Questi elementi, che spesso vengono dati per scontati, sono in realtà il risultato di una tradizione di buon governo e lungimiranza che ha permesso alla Svizzera di diventare uno dei paesi più attrattivi al mondo dal punto di vista economico.
Con la loro iniziativa per il futuro, i Giovani socialisti mettono deliberatamente a repentaglio questi elementi chiave dell’attrattività della piazza economica svizzera per malcelati motivi ideologici. Infatti, lungi dall’apportare alcun beneficio alla politica climatica ed alla popolazione svizzera, la proposta di un’imposta federale del 50% sulle eredità e donazioni superiori a 50 milioni di franchi non farà altro che provocare l’esodo di imprese e imprenditori verso l’estero, con inevitabili conseguenze in termini di riduzione dei posti di lavoro, del gettito fiscale, della spesa pubblica e di numerosi servizi. In un contesto globale sempre più competitivo, dove la mobilità di persone e capitali è ormai la norma, politiche fiscali così drastiche rischiano di minare alle fondamenta la stabilità e la prosperità che abbiamo costruito con tanta fatica nel corso degli anni. La Svizzera non deve assolutamente diventare come l’Italia e altre nazioni europee che negli ultimi anni hanno adottato politiche economiche e fiscali sconsiderate, danneggiando il loro tessuto economico, il loro substrato fiscale e la loro competitività internazionale. Basta guardarsi intorno per vedere gli effetti devastanti di decisioni affrettate
e ideologiche: imprese che chiudono, giovani che emigrano in cerca di opportunità, servizi pubblici ridotti all’osso e una crescente insicurezza sociale. Ve lo dice un’italiana che si è trasferita in Svizzera proprio per quelle condizioni uniche menzionate in precedenza e che da allora si impegna quotidianamente per promuovere e garantire il successo della piazza economica svizzera. Ho visto con i miei occhi ciò che può accadere quando si perde di vista il valore della stabilità e della competitività: il rischio è quello di compromettere il futuro delle prossime generazioni.
Perciò non commettiamo un grave errore: il prossimo 30 novembre dite un chiaro «no» alla sconsiderata iniziativa dei Giovani socialisti.
Stefania Padoan, imprenditrice
Articolo apparso sul CdT il 19 novembre 2025