Onorevole neo Presidente del Governo On, Christian Vitta
Onorevole Presidente uscente del Governo, On., Raffaele de Rosa
Caro Vice-presidente AIF e Consigliere agli Stati Fabio Regazzi,
Gentile Consigliere Nazionale Pamini,
Gentile Presidente onorario AIF Flavio Audemars,
Spettabili Gran Consiglieri,
Cari rappresentanti delle associazioni economiche e delle istituzioni, ma permettetemi di sottolineare
Care associate, cari associati ad AIF Ticino,
E cari amici tutti vicini alla nostra Associazione in varie forme,
È con grande piacere e una certa emozione che vi do il benvenuto alla parte pubblica dell’assemblea generale. Il mio primo anno alla testa di AIF è stato un anno di crescita, sfide e opportunità per le nostre imprese e sono onorato di avere la possibilità di rappresentarvi nella difesa degli interessi delle nostre imprese e delle nostre famiglie.
Le imprese familiari rappresentano da sempre il cuore pulsante dell’economia ed è il caso anche per il Ticino. Sono pilastri della nostra comunità, radicati nella storia e nel tessuto sociale della nostra regione. Guardando indietro, possiamo riconoscere il lavoro, l’intraprendenza, la visione, il coraggio, l’impegno delle generazioni che ci hanno preceduto, che hanno costruito le basi su cui noi oggi possiamo prosperare.
Spesso mi chiedono, cosa hanno di diverso le imprese familiari?
Il territorio non è solo una sede per le nostre aziende, ma anche il luogo dove spesso siamo cresciuti e abbiamo i nostri affetti e amicizie. Che forse già arrivano dalle amicizie dei nostri genitori, nonni, zii. Un territorio in cui crescono e si sentono a casa i nostri figli e i nostri nipoti. Dove idealmente un giorno potrebbero decidere di riprendere e continuare l’attività, o che comunque mettono in cima alla lista quando pensano a dove vivranno in futuro. Quindi siamo sì aziende, ma siamo anche famiglie che fanno il tifo per un cantone competitivo per le nostre aziende e bello da vivere per le nostre famiglie e per le prossime generazioni.
Per questo siamo forse aziende che tendono a interessarsi di più a temi di politica e sviluppo del territorio, perché piuttosto che cercare “dove andare”, cerchiamo di fare in modo che “dove siamo” sia uno dei posti migliori per continuare l’attività di famiglia, attirare talenti, competere a livello internazionale e veder crescere i nostri figli e i figli dei nostri figli.
Come il presidente onorario Audemars ha giustamente sottolineato l’anno scorso, ci sono ancora e ci saranno sempre sfide significative che dobbiamo affrontare, e una di queste riguarda le politiche fiscali del nostro cantone, dove siamo rimasti indietro rispetto al resto della Svizzera.
Oggi, a pochi mesi da una votazione cruciale sul futuro delle politiche fiscali, è fondamentale restare uniti e difendere in modo compatto un ambiente che anche dal punto di vista fiscale resti competitivo e favorisca la crescita e il benessere della collettività, che passa anche da un’economia forte.
Malgrado ad alcuni il progetto di riforma tributaria presentato dal Consiglio di Stato possa sembrare meno ambizioso rispetto a quanto già in vigore in molti altri cantoni, rappresenta un fondamentale passo avanti verso la modernizzazione del sistema fiscale ticinese, per recuperare il ritardo accumulato nel confronto con diversi cantoni, e soprattutto i cantoni vicini.
Contro la riforma, ridimensionata dai partiti in parlamento, è stato lanciato un referendum con lo slogan “niente sgravi ai ricchi”, che può essere parafrasato come un “non vogliamo buoni contribuenti in Ticino”. Ma non voglio anticipare i temi che animeranno la tavola rotonda.
Anche il futuro delle nostre imprese di famiglia è strettamente legato a questa riforma e al voto che si avvicina. È un dato di fatto che la sopravvivenza di ogni azienda è messa a dura prova al momento della successione. È un momento molto delicato, sotto molti punti di vista. Come aziende di famiglia, a differenza di altre imprese, possiamo offrire un’innata propensione alla continuità d’impresa, che però non è scontata e deve passare attraverso diversi ostacoli e punti interrogativi. Ci sono le competenze in famiglia? C’è l’interesse nella prossima generazione a continuare l’attività? Chi è interessato e chi no?
Se abbiamo la fortuna di risolvere questi interrogativi, per l’azienda si pone il problema della sostenibilità (finanziaria) dell’operazione. Sempre più spesso i passaggi generazionali non passano per una via diretta (genitore/figli), ma sono più complesse perché coinvolgono zii, cugini e parenti non consanguinei e a questo punto, la fattibilità dell’operazione (magari solo per una questione finanziari) porta alla fine di un impresa (dei posti di lavoro, del mancato indotto per fornitori locali e introiti dalle imposte).
Attraverso questa riforma, si creano i presupposti per ridurre parte di questa complessità, favorendo così la continuità delle nostre imprese e dei posti di lavoro, specialmente quando il passaggio generazionale avviene al di fuori della famiglia. Attualmente, il carico fiscale applicato in questi casi è insostenibile e mette a rischio la continuità aziendale. Aziende che, senza soluzioni in famiglia, si trovano al capolinea della loro esistenza, o sono costrette a cedere l’azienda in mano estera.
La riforma fiscale mira ad attirare e mantenere sul territorio un maggior volume di imposte e imprese, garantendo una fiscalità moderata per i cittadini meno abbienti. L’occasione di riavvicinare la competitività fiscale del nostro cantone a quella di altri cantoni svizzeri, soprattutto quelli che confinano con il Ticino (e quindi che più di tutti fanno concorrenza) è più unica che rara e non possiamo permetterci di perderla. È nostro dovere sostenere questo passo nella giusta direzione per garantire il futuro e il benessere del nostro cantone.
Visto i numerosi presenti che hanno un ruolo attivo in politica, ne approfitto per condividere un pensiero.
Andare d’accordo in famiglia non è sempre facile. Ancor più difficile lo è quando oltre ad essere in famiglia, si lavora insieme e/o addirittura si è comproprietari di un’azienda.
Per arrivare alla seconda, terza, quarta generazione, bisogna imparare a lavorare insieme in modo organizzato e secondo delle regole e dei principi chiari.
Alla politica dico: provate a pensare e agire un po’ più come aziende familiari
- Rispettatevi l’un l’altro
- Cercate dei compromessi (al tavolo di lavoro, non in pubblico)
- Pensate a lungo termine (riforme) e per le future generazioni
- Parlatevi più come persone (che come partiti)
- Premiate le idee (non chi le porta al tavolo)
- Cercate il pragmatismo (non l’idealismo)
- Lavorate come se foste sempre all’ultimo mandato (fare la cosa giusta, non la cosa che piace)
- Il bene dell’azienda (del cantone) prima degli interessi individuali (dei partiti, o di singoli gruppi di popolazione)
Grazie a tutti per l’attenzione.